Per il contrasto del rischio idrogeologico - rischio da inondazione, frane ed eventi meteorologici pericolosi di forte intensità e breve durata, prodotto da movimento incontrollato di masse d'acqua sul territorio, a seguito di precipitazioni abbondanti o rilascio di grandi quantitativi d'acqua da bacini di ritenuta (alluvioni); instabilità dei versanti (frane) innescati da precipitazioni o da eventi sismici; nonché da eventi meteorologici pericolosi quali forti mareggiate, nevicate, trombe d'aria, il piano dovrà prendere in esame scenari differenziati.
Con riferimento al rischio idraulico (rischio di inondazione da parte di corsi d'acqua, siano essi naturali o artificiali e da mareggiata), sarà necessario definire gli scenari di evento, utilizzando, oltre ai dati di base territoriali, anche di dati più specifici sulla base dei quali, dimensionare le risorse e le operazioni da predisporre in caso di emergenza. Si terrà conto, nel quadro di riferimento per la valutazione dell'evento calamitoso, con riferimento a quelli critici, di natura idraulica, nella redazione del Piano di Emergenza, delle informazioni contenute nei Piani Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PSAI) e per la difesa delle coste (PSDC), nonché, nelle carte delle Aree Inondabili e dalle carte delle Fasce Fluviali. Sulla base della perpetrazione delle aree a pericolosità elevata, il piano dovrà individuare gli elementi più esposti, ovvero le persone e i beni potenzialmente interessati dall’evento.
Dal momento che l’evento può manifestarsi secondo gradualità di scenari corrispondenti a livelli di criticità non necessariamente previsti nello scenario di riferimento, in relazione alla prima stesura ed agli aggiornamenti periodici del Piano, si dovrà approfondire la conoscenza di questo tipo di scenario attraverso analisi dettagliata, in grado di valutare la dinamicità dell’evento. A tale scopo si rendono necessarie informazioni aggiuntive come ad esempio: descrizione del fenomeno meteorologico che può provocare l’evento; descrizione degli eventuali fenomeni precursori; individuazione del tempo di risposta del bacino; descrizione dell’evoluzione del fenomeno che si può ipotizzare in base all’analisi degli eventi già verificatisi o in base a studi specifici effettuati dell’area in esame.
Con riferimento al rischio frane (rischio legato al movimento o alla caduta di materiale roccioso o sciolto causati dall'esercizio dalla forza di gravità) sarà necessario definire gli scenari di evento. Oltre ai dati di base territoriali, ci si deve avvalere di dati più specifici sulla base dei quali dimensionare le risorse e le operazioni da predisporre in caso di emergenza. Il Piano di Emergenza dovrà necessariamente adottare le informazioni contenute nelle Carte di Pericolosità Geomorfologica o da Frana del PSA e nelle Carte Inventario delle Frane del PSAI.
Sulla base della perpetrazione delle aree a pericolosità elevata e molto elevata, il piano di emergenza dovrà individuare gli elementi più esposti, ovvero, persone e i beni che si ritiene potrebbero essere interessati all’evento calamitoso, quelli, cioè, che ricadono all’interno delle suddette aree ad elevata pericolosità, elaborando la seguente documentazione e/o elaborati cartografici (in scala 1:5.000): la carta di pericolosità per frane (PSAI -Autorità di Bacino); la cartografia degli abitati instabili; la stima della popolazione nell’area instabile; la quantificazione delle infrastrutture pubbliche e private nelle aree a pericolosità di frana; gli indicatori di evento (reti di monitoraggio); la carta del rischio frane (PSAI -Autorità di Bacino); la carta dei punti di crisi ,ove disponibile (PSAI -Autorità di Bacino).
Allo scenario di danno, desunto dalle informazioni fornite dalle Carte di Pericolosità Geomorfologica o da Frana e dalle Carte Inventario delle Frane, di tipo statico, per fronteggiare eventi che possono manifestarsi secondo gradualità di scenari corrispondenti a livelli di criticità, non necessariamente previsti nello scenario di riferimento, gli aggiornamenti periodici del Piano, dovranno fornire informazioni aggiuntive come: la tipologia di fenomeno meteorologico che può innescare l’evento(piogge brevi ed intende, piogge deboli e persistenti, ecc.), in relazione alle caratteristiche geologiche e morfologiche del territorio; le caratteristiche del movimento franoso; i punti critici, ossia i punti dove si possono verificare interruzioni della viabilità principale o di corsi d’acqua, il coinvolgimento di centri abitati, infrastrutture e reti di servizi.